Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera afferma “È senza cervello regalare i nostri cervelli all’estero. Ma non era “prima gli italiani”?
CI VEDIAMO SALA CONGRESSI ASSOLOMBARDA TRA
Secondo PieroFormica, Innovation Value Institute, Maynooth University “Trovare sentieri per attrarre talenti e scongiurarne la fuga appellandosi alla mappa della conoscenza, a ciò che è stato appreso e praticato per anni, è un buon esercizio che, purtroppo, si rivela sterile quando il terreno cambia radicalmente. Se si reagisce gridando che il terreno è sbagliato, non la mappa, vuol dire che si è entrati nel buco nero, senza uscita, della “sindrome da compiacimento”.
Mentre per Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano, “Circa il 14% dei laureati italiani al Politecnico di Milano scelgono l’estero, contro una media nazionale dell’8%. I motivi vanno ben oltre la volontà di fare un’esperienza internazionale: fuori confine le opportunità di carriera sono più veloci e gli stipendi più alti. Dobbiamo quindi riflettere, come sistema Paese, sulle opportunità che offriamo ai giovani. Parlo di servizi, di welfare, di accoglienza … L’università ha bisogno di essere inserita in un tessuto sociale che rifletta questa visione, altrimenti corriamo il rischio di procedere a due velocità. Noi stessi operiamo per aumentare l’attrattività del nostro ateneo. Al momento, nelle lauree magistrali, contiamo circa 7.500 tra ragazzi e ragazze provenienti da oltre cento nazioni diverse. Più della metà di loro, a conclusione del percorso formativo, sceglie di intraprendere una carriera altrove. Risorse disperse, che potrebbero essere impiegate positivamente nel tessuto produttivo italiano”.